Roma, una piacevole serata di fine settembre. Io e il mio socio andiamo al concerto di Motta “per l’ultima volta”, al Parco della Musica, più comunemente detto Auditorium.

(e più facile da trascrivere negli infiniti cartelli stradali disseminati per tutta la città senza un preciso orientamento).

Accoglienza sopraffina: la Sala Santa Cecilia come sempre toglie il fiato per la precisione tecnica e la maestosità del “luogo perfetto per fare della Musica”, parafrasando il protagonista del concerto.

MOTTA fa esplodere l’auditorium

Buio in sala, qualche minuto dopo le 21 Motta entra solo con la sua chitarra, tutto vestito di nero, con una postura incerta e un mare di capelli. La sala esplode.
Si comincia con “La fine dei vent’anni” e il pubblico risponde: prima strofa in solitaria, poi arriva la fantasmagorica band arricchita da un violoncello, anche questa di nero vestita, come il palco e le quinte, adornate solo del simbolo luminoso con lettere a caratteri cubitali MOTTA.

Potente l’impatto visivo, grazie anche all’impianto luci che offre al pubblico uno spettacolo nello spettacolo, soprattutto sul soffitto che ricorda il carapace di una tartaruga con le placche in legno precise e delicate nello stesso momento.

Dopo il primo brano, senza pausa, si passa da un album all’altro e suonano in sequenza “Quello che siamo diventati”, “E il tempo che passa la felicità”, “Se continuiamo a correre”.
A questo punto Motta chiacchiera un po’ con il pubblico, che ringrazia e saluta: gli dice che questa sarà l’ultima festa e che non si farà sentire e vedere per un po’, per produrre qualcosa di autentico che parli della verità.

Ringrazia i genitori per mille motivi, e riparte con “Mio padre era un comunista” “Vivere e morire” ricorda che “Bella davvero” è dedicata ad una persona transgender (come fa in tutti i concerti) e un po’ si stupisce del fatto che nel 2019 debba dichiarare questo. Siamo d’accordo.

Dopo la hit “Prima o poi ci passerà”, chiama sul palco la sorella Alice e insieme cantano un pezzo dei Criminal Jokers, sua band storica, dal titolo “Cambio la faccia” che si chiude con un lungo solo di musica con varie arrampicate sulla cassa della batteria del nostro eroe.

Entra il quartetto d’archi a implementare un gruppo già potente e così si raffina anche, senza perdere la ruvidezza che non guasta mai all’interno di un concerto rock.

Inizia “Chissà dove sarai” splendidamente interpretata da tutti, per arrivare all’altra ospite. Questa volta si tratta della “sorellina” del nostro eroe Nada: splendida come sempre, ringrazia il “fratellone” di “una bellezza inquietante”, come lo definisce lei, e parte la canzone di Sanremo “Dov’è l’Italia” e poi cantano il brano di lei “Senza un perché”, ovvero “il mio pezzo preferito dichiarato in tempi non sospetti” (a detta di Francesco).

E poi via fino alla fine, tuttodiunfiato: “La prima volta” “La nostra ultima canzone” “Mi parli di te”. Sono volate quasi due ore di una bellezza che lascia senza parole, di una dolcezza senza limiti e di emozioni forti specialmente quando l’artista parla dei suoi cari, nuovi e vecchi.

E’ stato molto bello, gli artisti escono dal palco per una brevissima pausa prima del bis, dove performano con “Ed è quasi come essere felice”, pezzo preferito dagli autori da sempre, incluso nell’album “Vivere o Morire” e concluso con un solo della band di una potenza dirompente, tanto da far alzare il violoncellista dalla sedia per pizzicare le corde del suo strumento, in stile Jimi Hendrix.

ROMA STASERA

Il concerto si chiude con “Roma stasera”, il pezzo che, anche secondo me, chiude magistralmente questo concerto “per l’ultima volta”
Io e il mio socio preferito ringraziamo Motta per la bella serata di fine settembre che ci ha fatto passare insieme e per aver dimostrato, ancora una volta (e non per l’ultima!) di essere un grande artista nel “migliore posto per fare musica in Italia sicuramente”.

Tutti sul palco a ringraziare il pubblico e il pubblico tutto in piedi applaude calorosissimo, la formazione di artisti che si sono esibiti in uno spettacolo di oltre due ore senza nessuna incertezza, come solo i grandi sanno fare.

Bravi.

 

  • La Recensione del Concerto di Motta all’ Auditorium di Roma è a cura di Parco Indipendente che vi invita all’ascolto della nuova stagione radiofonica dandovi appuntamento per giovedi 3 ottobre ore 20.45 sulle frequenze libere di RadioSoNar.net