16 April 2021  /  Le Sbarbine

Tori la rossa, la peccatrice in croce, la cornflake girl, la dea del fuoco (e del rock), la ragazza del coro, la venusiana, la viaggiatrice inquieta, l’apicoltrice, la bambola americana

Tante maschere e traiettorie per un percorso che, almeno per un decennio, ha attraversato il firmamento del songwriting al femminile. La sua freschezza impudente da eterna bambina, il suo rapimento tenero e ferito e il suo immenso talento da musicista rubata alla Classica si sono ritrovati in una sequenza di magiche ballate piano/voce che riportavano dritto ai tempi d’oro di Laura Nyro, Carole King e Kate Bush.
Quello che di Tori Amos ha sempre lasciato stupefatti è la capacità di incantare col minimo degli orpelli. Può essere un’apertura melodica improvvisa – o anche solo un sussurro – a rischiarare trame all’apparenza ostiche e monocordi. Una forza emotiva dirompente, frutto di una personalità tanto istintiva quanto complessa e contraddittoria.