11 March 2023  /  Ghadir, Mari,

Nel dicembre 2019 la rivista DWF pubblicava la traduzione (collettiva e attivista) di storie di persone della comunità LGTBQI+ palestinese come supplemento a DWF (117-118) Palestina, Femminismi e Resistenza

In questa puntata parliamo di pinkwashing attraverso due storie di questa raccolta.La raccolta di storie è del collettivo ASWAT palestinese pubblicata in arabo e poi tradotta in inglese, spagnolo e italiano. Il collettivo ASWAT è un movimento femminista queer che si batte per la libertà sessuale e di genere

La comunità LGTB vive una doppia discriminazione: quella dell’occupazione patriarcale israeliana e quella del patriarcato all’interno della comunità palestinese. In uno spazio che impedisce la possibilità di muoversi, incontrarsi, organizzarsi diventa sempre più facile l’isolamento, il restare nell’armadio, il doversi nascondere. Anche di questo Israele sarà per sempre responsabile.

Il pinkwashing israeliano è l’apice della supposta “missione civilizzate” verso i gay palestinesi e richiede loro la rinuncia della loro identità araba. 

Pertanto non si tratta solo per Israele e i suoi alleati di sfruttare i forma cinica i diritti LGTB+ per distrarre l’attenzione della comunità internazionale vero le flagranti e costanti violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale commesse in Palestina. È anche una strategia politica interna che mira a indebolire la resistenza palestinese radicale e mantenere il popolo palestinese in una costante situazione di svantaggio.

Israele teme la possibilità che le persone palestinesi si mobiulitin intorno all’intersezione tra occupazione israeliana, apertheid e oppressione per ragioni di genere o di orientamento relazionale/affettivo/sessuale.

IL pinkwashing é una propaganda ingannevole profondamente coloniale che perpetua l’oppresione e tende a dividere le persone LGTBQI+ dalle loro famiglie o sfamiglie, relazioni amicali, comunità

Buon ascolto

QUEERzionario del 11/03/2023  – PINKWASHING: STRATEGIA DELL’APERTHEID ISRAELIANA

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