Assalti Frontali: “L’Hip-Hop è una porta per volare, eravamo solo una barchetta per volare…”

Sono passati 21 anni da quando gli Assalti Frontali fecero uscire “Banditi”, il loro terzo album nel quale affidarono la produzione musicale ad Ice One.

E quel disco del 1999 fu in qualche modo l’episodio che avvicinò i due mondi romani apparentemente divisi dal diverso approccio all’Hip-Hop: quello più filologico e “radicale” di Ice One e quello più politicizzato degli Assalti Frontali. Fu un momento importante perché fino ad allora la poca comprensione tra le “posse” e le “crews” aveva precluso ad entrambi una parte di arricchimento culturale. Fortunatamente l’apertura mentale di uno dei più importanti beatmakers di sempre, Ice One appunto, e la voglia di mettersi in gioco di Militant A e soci ha fatto sì che tutto questo
svanisse e si trasformasse in quello che ad oggi è un album classico dell’Hip-Hop italiano.

Poi la ruota del tempo gira e negli anni che dividono il 1999 col 2020, entrambi i protagonisti scriveranno parecchie pagine di storia, direi non solo musicale, di questo paese. E a farsi due conti, il tempo che è passato fa quasi impressione, perché sembra ieri che cantavamo Notte e Fuoco” o “Risvegli invece adesso i capelli, quando ci sono ancora, sono diventati bianchi.

Ma il tempo non ha scalfito né la rabbia né il sorriso che scaturisce dall’ascolto delle rime di Militant A e dei beats di Ice One, e soprattutto non ha scalfito la loro voglia di fare musica con passione e militanza.

Allora quale miglior regalo da farsi e da fare a tutti noi ascoltatori, pronti a celebrare i 30 anni di carriera degli Assalti di una super raccolta aperta da un inedito che vede proprio la produzione di Ice One?
Ed il regalo lo abbiamo scartato, con la stessa emozione degli anni addietro, e ce lo godiamo perché “Porta Per Volare” è una perla che brilla in mezzo a troppo fango. Da dove partire? Innanzitutto da un Militant A inaspettatamente “swag” nell’intro del pezzo quando afferma

“passa il tempo fratelli, e ancora me la scialo”

Poi esplode il beat di Ice One che ha la capacità di riassumere l’essenza della Golden Age dell’Hip-Hop, con un loop James Brown-esco e riferimenti a breaks più che classici, ma elaborati col consueto stile e con infinità creatività. Allora non possono che partire le rime di Militant A, capace anche lui di condensare in due versi la realtà storica dell’Hip-Hop romano che si mescola alle manifestazioni di protesta, alle rivolte universitarie e anche all’attualità (ammirevole la citazione per Willy Monteiro Duarte, che riposi in pace).

Ma più di tutto il brano è un omaggio all’Hip-Hop a tutto tondo, a quanto sia stato importante a livello personale e globale e a quanto può ancora esserlo contro “fascismo e violenza”. Sarebbero tante le parti da citare ma si fa prima ad ascoltare ed immergersi. Basti solo ricordarsi che

“L’Hip-Hop è una porta per volare, eravamo solo una barchetta per volare…”

Ad accompagnare le parole di Militant A e i beats di Seby, è fondamentale l’apporto cinematografico dei Manetti Bros. Il loro video riesce nell’impresa di dare agli occhi quello che arriva alle orecchie: immagini ben condensate di breakdance, graffiti, cortei e fermi immagine di protagonisti citati nel pezzo rendono la clip di “Porta Per Volare” un mini corto che documenta un pezzo di storia di Roma della cultura Hip-Hop in questo paese.

Quella cultura Hip-Hop a cui gli Assalti Frontali hanno contribuito in maniera unica ed indelebile, e che è giusto ripassare e tenere bene a mente, con l’ascolto della loro antologia “1990-2020”. Sempre col pugno al cielo.

  • Riascolta l’intervista a cura di Radio Rogna – Gemini Network

A cura di Claudio Contini

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