DANSO KEY salgono sul palco del Fanfulla per iniziare, da Roma, il mini-tour promozionale di LAVA

Lava! inizia a Roma il tour di presentazione dell’ultimo lavoro della band tutta al Femminile

7 novembre:  in concomitanza con l’anniversario della rivoluzione d’ottobre ma non necessariamente in ragione di esso, DANSO KEY salgono sul palco del Fanfulla per iniziare, da Roma, il mini-tour promozionale di LAVA, ultima fatica di questo combo tutto femminile.
Che poi, non è che sia il mio genere e quando finisci di ascoltare un concerto di DANSO KEY, anche se sei tronfio e crasso di nozioni e definizioni ti poni seriamente la domanda:”Che genere è questo?”.

Gli elementi costitutivi del sound della band sono tanti e diversificati e l’approccio alla scrittura punta tutto sul mescolarli, questi elementi, e non sul farli risaltare univocamente in un brano “Di genere”.
Per questo il loro è il tipo di concerto che, intanto ascolta e poi divertiti.

Lava: una musica di chiaro-scuri

Rispetto al loro lavoro precedente GOLPE, disco scuro e dagli umori intestini, LAVA propone una sonorità che, più che schiarirsi, va in direzione di un alleggerimento della banda dei bassi a vantaggio di un suono più “rock’n’roll”.
In questo modo le tre signore del palco, pur mantenendo nel complesso il loro mood “scuro” e rabbiosamente malinconico, riescono a mettere in scena una tensione fortemente controllata e funestata da imprevedibili stridori che governa emotivamente la loro esibizione.
E’ una musica fatta di chiaro-scuri, di vuoti e di pieni, in cui il ruolo dei silenzi è equipollente a quello dei momenti più suonati.

NANCY NATALI sussurra, spesso in monodìa, linee vocali che si evolvono in aperture subito richiuse, nel “ciclo di controllo della tensione”,  mentre il disegno deliberatamente obliquo delle armonie di chitarra fornisce un tessuto disturbante.
ELISA ABELA confeziona ritmiche semplici ma potenti ed efficaci affiancando all’accompagnamento, in certi momenti in odor di tribale, un che di cinico e chirurgico dai connotati funky che nei suoi Stop&Go contribuisce all’idea di tensione controllata.
STELLA VELOCE funziona da jolly e raccorda, con la sua versatilità, il suo gusto e la sua presenza scenica le architetture percussive con le storture chitarristiche attraverso un’attitudine punk, che tu la stia vedendo suonare il basso, il synth o il violoncello oppure cantare.

Come è giusto che sia, nel segmento finale dell’esibizione, i nodi emotivi si sciolgono un po’ e ti ritrovi ad ascoltare la cover, opportunamente brutalizzata, di CRAZY IN LOVE di BEYONCE e una versione di LOOK LIKE RAIN dei MORPHINE in cui, per l’occasione, ELISA e STELLA assolvono il compito di DOPPIA one woman band suonando entrambe due strumenti in contemporanea mentre NANCY, libera dal peso della sua telecaster, regala un paio di mossette composte e, sardonica in volto, ti canticchia il pezzo come se lo sussurrasse all’ orecchio, solo per te, per scherzo.

Che genere è questo?

E verso la fine le guardi , tutte e tre ancora sul palco, e capisci che si sono guadagnate il tuo rispetto attraverso un silenzioso cammino in cui malinconia, romanticismo, furia ti sono state raccontate con garbo e suonate con una certa ironia e così pensi che – al netto dell’ atmosfera notturna e dei paesaggi interiori talvolta desolati che hai ascoltato– hai assistito ad un sobrio rituale di magia bianca che indossa indumenti neri e, ascolto dopo ascolto, diventa una delle cose più stranamente sexy che ti possa capitare di ascoltare. E’ a quel punto che provi gratitudine e dimentichi l’inutile domanda:”Che genere è questo?”.

a cura di Tiedbelly

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