Pur ascoltando un quantitativo esagerato di musica, compresa tanta roba nuova, devo confessare che le uscite che mi fanno fremere sono veramente poche.
E in questa nicchia sono entrati stabilmente da qualche anno i progetti legati al nucleo ligure Casa Degli Specchi. Per chi non lo conoscesse, si può facilmente rimediare andando a cercare i loro tre album (“Gunnar”, “Putin” e “La Vita”) e si potrà così scoprire un unicum nell’Hip-Hop italiano e probabilmente mondiale.
Parliamo infatti di un gruppo che basa la sua narrazione sul situazionismo, con arguta intelligenza, svariati riferimenti letterari e cinematografici e una gran dose di ironia.
I componenti della CDS però trovano una dimensione diversa, più personale, nei loro progetti solisti. E se Alex Antonov e Roggy Luciano hanno toccato di recente diverse corde con i loro “Bellissimi” e “Buon Natale”, ora è la volta del terzo mc del gruppo, noto con il nome di Jeneuse.
Intervista andata in onda martedì 2 Novembre 2021 a cura di Claudio Contini
A circa 10 anni dal suo “Proxima Estacion Guatemala”, Jeneuse ritorna con il suo secondo album da solista, dal titolo “Ciambelle” (la spiegazione della scelta la potete sentire sull’intervista (in onda martedì 2/11), e non è per nulla superficiale).
Jeneuse normalmente si contraddistingue per un flow diretto e a tratti quasi aggressivo ma in questo lavoro anche lo stile dei suoi versi sembra influenzato dal mood. Un mood malinconico che porta il rapper imperiese ad affrontare diversi stati d’animo, a ognuno dei quali dedica “riflessioni” su ogni pezzo. Ecco
allora che alle rime a raffica a cui ci ha spesso abituato si sostituisce un delivery più lento e cadenzato, sostenuto da produzioni di gran livello curate da diversi nomi anche internazionali (Mantra, Anywaywell, Kontrabandz, Cardona, Dansonn e in più quelle “in-house” di Erma e Roggy).
E’ inevitabile non lasciarsi trasportare nel mondo descritto da Jeneuse
Laddove già dal “Primo Volume (Riflessioni sulla Speranza)” trapelano ansia, fragilità e disagio. Un mondo fatto di immagini ed allegorie ma anche di lungomare e carrugi, come quelli che si svuotano in “Settembre (Riflessioni sul Cambiamento)” o di luoghi non solo fisici che svaniscono in “Umore Underground (Riflessioni sulla Depressione)”. In questo pezzo come nella bellissima “Di Noi (Riflessioni sull’Incertezza)” la presenza di Roggy e delle sue barre incredibili arricchisce l’intensità di un’atmosfera che si vive a pieno lungo lo scorrimento del beat.
In “Disagio (Riflessioni sul Disagio)” in coppia con Alex Antonov si riesce a descrivere perfettamente la complessità dei rapporti umani nella società odierna e quanto gli effetti del disagio possano essere spesso nefasti a livello psicologico. Una citazione particolare la merita “Genova Viene Giù (Riflessioni sulla Rassegnazione”). E’ un brano in cui Jeneuse parla del capoluogo ligure collegando i frequenti drammi ambientali che la coinvolgono all’umore della sua gente, travolta dal fango non solo fisicamente ma anche e soprattutto mentalmente.
Si potrà intuire da queste parole che “Ciambelle” non è un lavoro da ascoltare distrattamente. Si tratta di “rap adulto” nella migliore concezione che questa terminologia può avere. C’è stile, c’è intensità, c’è intelletto senza spocchia ma più di tutto è permeato da uno stato d’animo inquieto che è quello di un’intera generazione.
E nel panorama italiano c’è assolutamente bisogno un disco come questo.
Non perdetevelo.
A cura di Claudio Contini
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