TRANSfemmINonda 2.26 – Pratiche di DEPATOLOGIZZAZIONE
e di DEPSICHIATRIZZAZIONE
Obiettivi del movimento transfemminista sono la depatologizzazione e la depsichiatrizzazione nei percorsi di affermazione di genere medicalizzati e non. Le attuali normative che costringono a diagnosi psichiatriche sono infatti vissute come una delle grandi violenze che le persone trans* vivono, una violenza istituzionale e sistemica, una violenza nascosta e imposta da più di un secolo.
In questa puntata di TRANSfemmINonda ne parliamo con Rumi Evangelista, attivist∂ non binari∂, partecipa al Laboratorio libere soggettività trans* di Non una di meno, fa parte di De-ragliamento ferroviario e del gruppo a focus sex worker Lə Femminiellə di Pisa
Parliamo di quali sono i percorsi di allineamento corpo-genere possibili in Italia, del protocollo ONIG e del W- PAT , della diagnosia di disforia/incongruenza di genere sancita purtroppo dalla determina AIFA del 23 settembre 2020 che ha inserito gli ormoni nell’elenco dei medicinali erogabili a carico del Servizio sanitario nazionale, del perché la diagnosi di disforia e la terapia psicologica obbligatoria sono inutili e dannose e della possibile alternativa che in altri paesi è legge e pratica diffusa e che anche qui è prevista ma non praticata e cioè quella del consenso informato, ma soprattutto lo faremo attraverso la testimonianza del vissuto che Rumi ha condiviso con noi e che ringraziamo
Rumi ci fornisce nel suo intervento dati di studi che hanno sotenuto la sua ricerca:
lo Studio dell’ENIGI (2021) sui benefici a lungo termine del trattamento ormonale per le persone trans*
l’ estratto dell’articolo di Pimenoff e Pfaffin (2011) sul fatto che seguire o meno una terapia psicologica non influisca sul seguire o meno il trattamento ormonale (e quindi sulla detransizione)
l’estratto dell’articolo di Deutch (2011) sui percorsi di consenso informato in varie realtà
Dover continuare a sostenere queste battaglie è violento, faticoso e difficile per migliaia di persone e mostra di quanto coraggio, forza, resistenza e resilienza si abbia bisogno per l’affermazione del diritto inalienabile all’identità di genere.
L’ Assemblea Generale a Ginevra, la World Health Assembly, l’organo direttivo dell’OMS l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che rappresenta i 194 stati membri, ha aggiornato l’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems (la cui sigla è ICD-11) decidendo che la “transessualità” non è più classificata dall’OMS come malattia mentale. L’incongruenza di genere è stata rimossa dalla categoria dei ‘disordini mentali’ dell’International Classification of Diseases per essere inserita in un nuovo capitolo delle ‘condizioni di salute sessuale’.
Non possiamo non ricordare che il pralamento europeo ha scritto nella sua risoluzione del 14 febbraio 2019 che:
TRANSfemmINonda del 03/04/2021 -Pratiche di DEPATOLOGIZZAZIONE
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