TRANSFEMMINONDA 4.09: BASTA GUERRE SUI CORPI TUTTI
Rivolta transfemminista
Con questa puntata chiudiamo la maratona di novembre che ha parlato di resistenza e lotta alla violenza patriarcale e di genere in tutte le sue forme e di violenza e odio contro le soggettività LGTBQIPAK+ e di TDOR. Lanciamo la manifestazione del 26 novembre e l’assemblea nazionale del 27 novembre a Roma con Dez, Mari Erika e la voce di Ombre Rosse che abbiamo voluto con noi dopo il terribile femminicidio delle tre lavoratrici del sesso accaduto a Prati, Roma la scorsa settimana.
La guerra che ha come scenario il chiuso delle case e delle relazioni, ma non è una guerra privata: è l’espressione terribile e estrema della violenza strutturale contro le donne e le libere soggettività.
La guerra in corso in Ucraina riconfigura gli altri conflitti nel mondo. NON UNA DI MENO ritiene fondamentale unire al nostro rifiuto della guerra il tema del disarmo globale, del cessate il fuoco immediato, del No al nucleare . La guerra riapre in modo strumentale e ipocrita il tema dell’accoglienza in Europa su base etnica e identitaria occultando la realtà di sfruttamento e ricatto dell’immigrazione e rafforzando i già inquietanti criteri di merito per la selezione all’ingresso e per l’accesso alla cittadinanza sociale.
La guerra della deriva autoritaria e antidemocratica da Est a Ovest che approfondisce violenza, discriminazione e oppressione sui corpi delle donne, delle soggettività fuori norma, dissidenti, disabili, razializzati.
La guerra che cancella le priorità imposte dalla crisi economica, sociale e climatica. Avvelenamento ambientale, crisi alimentare, estrattivismo, displazzamento di intere popolazioni, occupazioni, politiche agroalimentari che colpiscono tutte le vite animali del pianeta e la terra stessa in un vero e proprio terricidio
La guerra dichiarata ai nostri corpi desideranti e autodeterminati che ne fa nuovamente un campo di battaglia. L’affermazione elettorale della destra antiabortista, razzista e ultraconservatrice porta al governo chi in questi anni nelle amministrazioni regionali e in Parlamento ha negato l’accesso all’aborto chirurgico e farmacologico e la possibilità di autodeterminazione delle persone LGTBQIPAK+ nell’ambito dei percorsi di affermazione di genere. Una guerra che agitando lo spettro di una inesistente “ideologia gender” impedisce l’educazione all’affettività, alla sessualità libera, alla diversità nei percorsi di formazione.
La guerra della narrazione dei media che rivittimizza, misgenderizza e sostiene il regime patriarcale.
La guerra del governo Meloni si allinea a Polonia e Ungheria, agli Usa di Trump e dei gruppi ultracattolici, ai regimi autoritari, anche nella criminalizzazione di stili di vita e comportamenti ritenuti “devianti”, stigmatizza il lavoro sessuale, vuole imporre l’unico modello eterobinario della famiglia tradizionale. Esemplare risulta infatti l’urgenza con cui è stato proposto il decreto anti-rave, utilizzato strumentalmente per limitare spazi di libertà “fuori mercato” e di agibilità politica.
IL 26 NOVEMBRE A ROMA SARÀ MAREA, un corteo autodeterminato che porterá in piazza la voce di chi non ha più voce ma cammina al nostro fianco, di chi vede la propria voce invisibilizzata, sommersa, ricattabile, di chi non potrà esserci, di chi vive una condizione di privazione forzata della libertà, delle soggettività detenute, quelle rinchiuse nei CPR o ‘contenute’ nei reparti e nelle cliniche psichiatriche.
IL 27 NOVEMBRE ASSEMBLEA NAZIONALE di NON UNA DI MENO presso la facoltà di lettere di Roma 3 per discutere, intrecciare le lotte e organizzare la rivolta transfemminista verso l’8 marzo e oltre.
L’UNICO CARICO RESIDUALE È IL PATRIARCATO!