Tra le poche certezze che gli ascoltatori di Hip-Hop italiano hanno, una è senza dubbio l’automatica qualità di un beat che comincia con M-M-M-M MR PHIL

Attivissimo come DJ e selector, Mr. Phil non si ferma dietro alle macchine e produce tantissimo materiale.

Il trademark del produttore romano ormai da anni accompagna rappers su suoni classici ed intensi, al di fuori di ogni moda e strettamente legati ad un’eredità
anni 90.

Dopo il lavoro con Lanz Khan, collaborazioni varie e diversi interessanti progetti strumentali, negli ultimi mesi il produttore italo-irlandese ha fatto uscire ben cinque anticipazioni di quello che sarà il suo prossimo album.
Accompagnati dai relativi video, i cinque brani vedono ognuno la partecipazione di un mc diverso e vale la pena andarli ad analizzare uno per uno, in ordine temporale:

Inseguo Quella (featuring Il Turco)

Il pezzo col Turco, il primo della serie, è indubitalmente intriso e contrassegnato dalla nostalgia. Beat lento ed ossessivo, con batteria sporca ed un loop di piano che alimenta l’intensià dell’atmosfera ed è il perfetto tappeto per uno dei testi più belli ed emozionali scritti dal rapper del nucleo GDB.
“Vita a volte mi costringi a dire che sei orrenda, a volte così bella che pure in una cella vedo il sole dalle sbarre e sogno di essere una stella”.
Nel segno di un disagio interiore che più che un nemico diventa un punto di forza, un motivo per andare avanti, le parole ed il beat diventano quasi colonna sonora di un video girato in bianco e nero in una Roma di periferia che alterna degrado a tanta anima, in una sorta di quadro neorealista tra Pasolini e Calegari.

Passare Oltre (featuring Mac Myc)

Qui il beat si fa più tetro, epico, contraddistinto da una tastiera che si ripete potente su un ritmo compulsivo e coinvolgente. A rapppare Mac Myc, savonese e membro dei DSA Commando, uno dei gruppi che ha raccolto maggiori consensi nella scena nazionale negli ultimi tempi. Ed anche in questo caso il testo è molto sentito, dedicato a chi non prende la vita per la via più facile e volente o nolente deve affrontare
mille difficoltà, non solo fuori ma anche dentro se stesso, per sopravvivere ed emergere.

“Il mondo sembra che pianga quando piove a dirotto, da un lato infanga, dall’altro sembra lavare lo sporco,dove viviamo come polvere dentro la corte, fin quando non chiudiamo gli occhi per passare oltre”

Anche qui è necessaria una nota sul video, girato in bianco e nero in un mare fatto di marinai e di cantieri, di luoghi abbandonati e di solitudine e che si chiude col contrasto di una spiaggia affollata ripresa dall’alto e baciata dai raggi del sole, come a seguire la parabola del testo di Mac Myc che sembra voler dare un barlume di speranza in fondo al tunnel.

La Ballata Delle Cause Perse (featuring E Green)

L’influenza della nuova generazione East Coast è netta in questa produzione di Phil, che ci regala un beat rallentato e rilassato ma allo stesso tempo con la giusta dose di “cupezza” che non guasta. E Green aggiusta il flow per l’occasione ma mantiene il punto senza girarci intorno. In questo caso infatti meno filosofia e zero introspezione: il testo mira dichiaratamente a chi sputtana l’Hip-Hop e ce n’è per tutti, come è tipico dello stile di Fantini. Punchline a volontà e molte frasi da sottolineare con l’evidenziatore.

“Ho sfilze di perplessità sotto tortura, se le Kardashian sono esempi di vita non credo ci sia cura”.

Il video è girato in una Milano triste ed affascinante, color seppia a richiamare il mood del suono più che quello delle parole di Green.

Zero Lies (featuring Rollz Rois)

E qua si cambia registro. Il beat prende quota e velocità, bassi che spaccano e sample minacciosi,
un’autentica bomba lanciata in aria. In effetti cambia un po’ tutto perché questo è un classico battle rap ed il paradosso è che il protagonista è il più giovane dei rappers coinvolti, il 21enne lombardo Rollz Rois. Ma la tenera età non gli preclude di avere idee chiare ed un indirizzo di stile preciso e tagliente. Le sue rime spaccano ed il suo flow è potente, supportato da una voce che lascia il segno.

“il tuo amico sta a Bollate, ne parli come Guantanamo, problemi per la testa che l’Hip-Hop non ripaga bro”

Anche il video si differenzia dagli altri essendo l’unico girato a colori, senza trame cinematografiche ma una semplice inquadratura del rapper protagonista.

Lamette (featuring Danno)

La scala reale si completa con la collaborazione col Danno che, si sa, è sempre in grado di scuotere qualcosa con le sue rime. Ma intanto partiamo con la parte sonora, che ritorna ad essere lenta e molto “grimy”, questa volta costruita intorno ad una nota profonda che si ripete su una batteria potente ed oscura allo stesso tempo.
Danno come suo solito con le parole dipinge immagini di un disagio verso la realtà con la maestria che lo contraddistingue, tra l’altro con un flow classico che si alterna al dubtempo, ennesima dimostrazione di tecnica se mai ce ne fosse bisogno.

“Cercami tra i cani, nascosto dietro gli angoli, parlo con i fantasmi, gli acrobati e i funamboli, salto a piedi pari, scavalco i tuoi preamboli, chiamami Tom Waits, dalle maniche i coriandoli”

Le immagini del video vedono i due protagonisti camminare rispettivamente in una Roma centrale (Phil) e una periferica (Danno), entrambi deserte la cui solitudine sembra essere sottolineata dal cielo cupo e dal bianco e nero che ritorna. Evidente la linea comune di quello che si presenta come un lavoro dai toni molto intimisti e tendenti al buio. Lo aspettiamo fiduciosi.

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