5 May 2021  /  Anna Maria Bruni

Pubblico in piedi per la lettura del comunicato della Rete de_ lavorat_ dello spettacolo dal vivo e della cultura alla prima del Teatro Argentina di Roma. Poi sarà la volta dell’India, e continueremo a passarcelo ovunque. Perché ad una ripartenza di pochi rispondiamo con la resistenza di tant_.

Poesia e politica. La Rete de_ lavorat_ dello spettacolo dal vivo e della cultura cammina sul filo della lotta con queste due bambe, quelle che ci restituiscono a noi stess_ , ci restituiscono la nostra interezza, la nostra natura, ciò che davvero siamo come esseri umani, spazzando via l’alienazione in cui una politica sorda e miope continuamente tenta di ricacciarci.

E qui abbiamo fatto un nuovo passo straordinario, sul palco del Teatro Argentina, con queste due gambe, poesia e politica. Abbiamo parlato con il pubblico; a viso e cuore aperti. Lo facciamo da un anno, lo abbiamo fatto per le strade, lo abbiamo fatto attraverso le agorà cittadine che abbiamo tenuto al Globe Theatre durante le cinque giornate di occupazione. 

Ma non potevamo affrontare la riapertura dei teatri, i pochi tutelati, calata dall’alto dal ministro Franceschini, senza trovarci davanti al Teatro di Roma nella serata della prima per tornare a parlare col pubblico, ovvero con tutte le persone che anelavano a che i teatri riaprissero, lo abbiamo sentito, che non vedevano l’ora di tornare a vedere uno spettacolo, ed sono tante! Tant’è che l’Argentina è pieno fino al quarto ordine, lo potete vedere nel video.

E già mentre erano in fila alla biglietteria, distribuendo i nostri talloncini (vedi foto) ognuno dei quali racconta dei motivi per cui per noi è impossibile ripartire, e i volantini, ancor più esplicativi ovviamente, abbiamo raccolto la solidarietà di tante e tanti. 

Ma non basta, lo abbiamo detto chiaramente dal palco, vogliamo di più, vogliamo che il pubblico sia dalla nostra parte, che combatta questa battaglia dimostrando che è una battaglia comune, come bene comune sono l’arte e la cultura e appartengono a chi lavora e a chi ne fruisce, nello stesso modo.

E il pubblico ha capito, perché quando abbiamo chiesto di alzarsi in piedi insieme a noi, tutte e tutti si sono alzati: dalla platea al primo ordine, poi il secondo, il terzo, fino al quarto, erano tutte e tutti in piedi, e l’applauso che ci hanno regalato, era pieno di cuore, lo stesso di chi condivide.

Abbiamo chiuso l’esperienza del Globe qui a Roma, si è chiusa quella del Piccolo Teatro a Milano, del Teatro Mercadante a Napoli, del Teatro Curci a Barletta, del Teatro Rendano a Cosenza; ci siamo passat_ la mano, ora ci stiamo passando il Comunicato, che leggeremo alla prima del Teatro India, e che altre colleghe e colleghi leggeranno alla prima del Morlacchi a Perugia. Continuiamo a a resistere, continuiamo a #rifareilmondo.

Qui un video sulla mobilitazione.