20 May 2021  /  Anna Maria Bruni

Nuovo appuntamento con la Rete de_ lavorat_ dello spettacolo dal vivo e della cultura per la ripresa dei tavoli avviati nei giorni dell’occupazione del Globe: sabato prossimo 22 maggio riparte “Transfemminismo e precarietà” al Teatro India. E a proposito di spazi, le giornate basagliane al S. Maria della Pietà, tra lavoro artistico e sociale, per dire che questi luoghi sono indispensabili.

Le giornate del Globe, l’incontro con i ministri Franceschini e Orlando, quello col Comune, sono le tappe raggiunte di un percorso cominciato un anno fa, con il primo lockdown, che non intende fermarsi. La ricchezza prodotta nei giorni dell’occupazione, il confronto con le altre occupazioni in altre città, quello nelle agorà cittadine, i tavoli aperti, ottenere dal ministro Franceschini, costretto ad essere presente nel primo giorno di occupazione, l’incontro anche con il ministro Orlando richiesto a più riprese da un anno, constatare che la legge-delega in preparazione comincia a contenere alcuni punti della nostra piattaforma, ottenere la disponibilità dall’assessora alla Cultura del Comune di Roma ad avviare incontri, e quella della Regione a confrontarsi sul documento che propone la Formazione Permanente Retribuita.

Sono obiettivi raggiunti, che danno forza e allungano il fiato per continuare a batterci. Per questo riprenderemo il lavoro dei tavoli, perché i temi affrontati tessono un’unica tela, che ridisegna il mondo del lavoro strutturandolo in diritti e tutele e libertà delle persone. La pandemia ha semplicemente fatto emergere definitivamente la catastrofe che ha desertificato il lavoro e i diritti connessi, riportando il poco che ancora sopravvive a livelli di schiavitù e invisibilità che neanche la crisi del 2008, che già faceva emergere le conseguenze di trent’anni di destrutturazione e trionfo delle privatizzazioni, era bastata a far esplodere.

Ma ora basta, è arrivato il tempo di invertire la rotta, perché in questi anni è cresciuta anche la consapevolezza di sé e la volontà di realizzare la propria vita coerentemente con ciò che desideriamo, che riteniamo di qualità, che ci consente la “piena espressione” di noi stessi. Basterebbe del resto ricordare l’articolo 3 della Costituzione: “E` compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…”, un programma politico minimo, ma mai attuato. Ora è arrivato il momento.

Il primo tavolo riapre a chiunque voglia partecipare sabato 22 maggio al Teatro India (info sulla pagina Fb del Campo Innocente) e a breve calendarizzeremo gli altri, fra i quali quelli su riforma e contratto, e reddito e precarietà, anche per evitare che la fretta con cui il governo cerca di chiudere la legge-delega non consenta ulteriori modifiche, che invece intendiamo far valere. Ma anche il tavolo “spazi e finanziamento pubblico” ha bisogno di approfondire la discussione, dal momento che la falsa ripartenza ha già creato il vulnus per i piccoli teatri e gli altri luoghi che nel territorio fanno cultura, impossibilitati ad aprire senza sostegni né tantomeno una politica in grado di ridisegnare il finanziamento pubblico.

Inoltre, tutto il tema degli spazi a rischio sgombero o già sgomberati. Sabato 15 maggio l’ex lavanderia e il Comitato per la tutela del Parco hanno organizzato, nell’ambito delle giornate basagliane, una giornata per riattivare l’uso pubblico, artistico e sociale, di quello che è – e deve restare – l’ex manicomio, conclusasi con un corteo e un’assemblea cittadina. Ho voluto perciò dedicare la seconda parte della puntata alle voci de_ artist_ e de_ attivist_, le uniche a poter spiegare che cosa può significare trasformare in polo culturale i 35 padiglioni e il parco del S. Maria della Pietà, e che cosa significa attuare pienamente la legge Basaglia. “Entrare fuori uscire dentro”, perché la follia è il genio di ognun_ di noi.